sabato 26 marzo 2011

Brisino. Un maialino per compagnia Storia di tanti anni fa di Giuanin Giloo, un uomo venuto da lontano, che parlava il Tarusch.

“Signora Fripp”,
non sapevo che aveste un maiale così bello. Per Natale avrete del lardo squisito!».
«Dio non voglia! (...) Mi fa compagnia. Non potrei separarmi da lui, neppure se non dovessi mai più assaggiare il grasso del bacon».
«(...) Ma come fate a mantenere un maiale, senza ricavarne nulla?».
«Oh, si trova da solo delle radici, e non mi importa rinunciare a qualcosa per darla a lui. Un po' di compagnia vale bene del cibo e da bere; mi segue e grugnisce quando gli parlo, proprio come un cristiano».
Così scriveva George Eliot in Scene di vita clericale, dimo¬strando che, anche nell'Ottocento, per qualcuno i maiali erano animali da compagnia e non servivano solo per ricavarne costine e salumi.
Del resto, basta averne osservato uno da vicino per capire quanto siano intelligenti e capaci di donare affetto.”

Sulle colline dell’alto vergante un vecchio se ne andava in giro con una piccola scrofa. Che a un tratto si metteva a scavare con il muso e le zampe. E trova il tesoro! Un bellissimo tartufo. Il padrone la trattava come una regina e lei lo seguiva fedele, senza guinzaglio. Marieta, coccolosa quanto una bimba.
Una prova l'ho avuta diversi anni fa, sulle colline dell’alto vergante, dove sono nato e rientravo dal collegio a passare le vacanze. Un giorno decisi di fare una passeggiata per le colline, da cui si gode di una vista uni¬ca sul lago maggiore.
A un certo punto vidi un vecchio sui 70 anni, era il mio amico Giunin, un tipo vispo, con tanto di barba incolta e un cappello a tesa larga in testa. Non era in giro da solo, ma con una scrofa che lo seguiva fedele, senza bisogno di un guinzaglio. Si vedeva che erano in cerca di qualcosa. Felice, grugnì e gli appoggiò le zampe sulle gambe Già, ma di che cosa? . Per capire meglio mi avvicinai. Quand'ecco che la scrofa iniziò a scavare con il muso e con le zampe anteriori nel terreno, come se avesse trovato chissà che. Dopo pochi secondi il vecchio la invitò con deli¬catezza a farsi da parte e, con l'aiuto di un van¬ghetto, estrasse dal terreno qualcosa. Ma certo, era un tartufo!
Dopo averlo pulito, lo infilò in un cestino. Quindi disse all'animale che era stato bravo e lo ricompensò con un pezzetto di patata cruda che tene¬va in tasca. La scrofa, felicissima, emise qualche gru¬gnito di gioia e appoggiò le sue zampe sulle gambe del padrone, come per ringraziarlo. Il vecchio, a pochi metri da me, incrociò il mio sguardo. Ah sei tu, mi diede la mano ed era Giuanin, il cercatore di funghi/tartufi più anziano del paese. Raccontò che da generazioni la sua famiglia aveva delle scrofe, con cui andava in cerca di tartufi. - Lei è Marieta, la mia preferita - , mi spiegò indicando la maialina.
Aggiunse vedi il tartufo bianco profuma di sesso. Perché proprio le femmine sono indicate per questa attività? Il fatto è che il tartufo bianco profuma di ses¬so: a dargli il caratteristico odore è una sostanza pre¬sente anche nei testicoli e nella saliva del verro. Giuanin mi invitò a seguirlo. Proprio al centro del paese c'era casa sua, semplice ma tenuta bene. Mi chiese di fermarmi per pranzo. - Ovviamente risotto col tartufo! Vieni, andiamo a sceglierne uno buono-, mi accompagnò in canti¬na per mostrarmi i suoi trofei. – le migliori osterie dell’alto vergante sono miei clienti -, spiegò. - Buona parte del merito va alle maialine! -. - Già, ma dove sono? - , chiesi. - Non ho visto la stal¬la...-. Mi accompagnò sul retro: qui c'era un bel recinto dove tre maiali giravano liberi. E per ripararsi avevano una casetta in legno. Altro che stalla! - Da loro dipende la mia vita, non potrei pro¬prio trattarli male - . Dopo il risotto ci sedemmo su due sedie a sdraio. Vicino a noi c'e¬ra una sedia più piccola, dove andò a spaparan¬zarsi Marieta. - Riposati, cara, te lo meriti -, le disse Giuanin. - Oggi hai fatto proprio un gran lavoro - . Continuai a frequentare il Giuanin perché oltre ad insegnarmi come guardare il sottobosco per trovare i funghi, mi raccontò dei miei nonni e bisnonni che non ho mai conosciuto. Lui era un grande estimatore di mio bisnonno Guglielmo detto il Garibaldin aveva combattuto con Garibaldi sulle colline di Varese. Conservo ancora la sua pistola che sta in bella mostra sul mio camino a Caldari.

Porcellini puliti e fedeli come i cani Questa stanza è un porcile». Espressioni come questa dimostrano quanta poca considerazione ci sia verso i maiali. Sbagliato: hanno un'infinità di doti. Intelligenti e leali. I maiali sanno esprimere le loro emozioni con la voce e con il corpo, sono in grado di sognare e di distinguere i colori, hanno buona memoria e capacità di riconoscere luoghi e persone. Non è vero che sono sporchi: non lasciano mai i loro escrementi dove dormono o mangiano, a meno che non siano obbligati a farlo. Si rotolano nel fango solo per proteggersi dai parassiti e, d'estate, dalle scottature solari. Se addomesticati, poi, sanno essere leali e fedeli, proprio come un cane.
Cercatori di tartufi. Un tempo venivano usati per la raccolta dei tartufi, oggi non succede quasi più.
Affettuosi e socievoli. I cuccioli, a causa della loro grande capacità di donare affetto, sono spesso usati per la pet-therapy, che prevede l'uso di animali per la cura di disturbi fisici e psicologici.
Una moda da bocciare. Tra i maiali più socievoli c'è il nano vietnamita. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, averlo è quasi una moda. Ma bisogna tener presente che può raggiungere i 70 chili, quindi in appartamento può risultare ingombrante. Oltretutto ha bisogno di un giardino dove scorrazzare. Gli hanno aperto la porta di casa la scrittrice Danielle Steel e il divo George Clooney.

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